Analisi di bilancio: un caso pratico
Sono state pubblicate in questi giorni delle linee guida a cura del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, in tema di “informativa e valutazione nella crisi d’impresa”.
Il documento inizia inquadrando sia da un punto di vista giuridico / civilistico, sia aziendale, i termini e i concetti di crisi di impresa e di insolvenza, specificando le 5 fasi di una crisi di impresa. A tale riguardo, ci conforta trovare conferma di quanto già evidenziato dal nostro studio (leggi qui il nostro approfondimento a riguardo), con riferimento alle inefficienze, quali cause principali dalle quali far discendere tutte le crisi di impresa, di ogni tipo e grado.
Nell’ultima parte di questo documento, vengono individuati quelli che la dottrina aziendalista ritiene i migliori strumenti e modalità per accertare nel modo più precoce possibile la crisi. Con le dovute precisazioni più sotto svolte, il documento evidenzia come per valutare la crisi di impresa, non si possa comunque prescindere da una valutazione dei dati di bilancio, opportunamente determinati, riclassificati, e interpretati.
Queste le doverose precisazioni sopra richiamate, che ci trovano d’accordo:
– al fine di disporre dei dati necessari ad un’analisi completa e utile allo scopo, è necessario che l’analisi sia interna, e quindi che possa utilizzare anche dati interni all’azienda, extra bilancio, e non disponibili pubblicamente per stakeholder esterni;
– affinché l’analisi sia corretta ed esaustiva, non ci si può limitare a valutare solo su alcuni dati o indici di bilancio, ma l’analisi deve essere svolta in maniera sistemica, in modo tale da riuscire a valutare tutti gli aspetti dell’impresa rilevanti allo scopo. A tal fine, oltre ad un’analisi per indici e per flussi, è importante anche:
a) avere una visione prospettica sull’andamento dell’impresa. Questo significa avere informazioni circa l’ambiente esterno in cui l’azienda opera, e circa i piani strategici dell’impresa medesima, al fine di valutare correttamente le possibili evoluzioni dei numeri emergenti dall’analisi di bilancio;
b) avere informazioni prospettiche di natura finanziaria, posto che l’elemento determinante lo stato di crisi o meno di un’impresa, è la propria capacità nel medio periodo di generare flussi di cassa sufficienti ad autofinanziare la crescita e gli investimenti necessari, nonchè rimborsare gli impegni finanziari in essere. Solo in questo modo l’impresa potrà essere sempre in equilibrio, e quindi non cadere mai in situazioni di squilibrio finanziario.
Fatte queste premesse, vengono quindi identificati alcuni strumenti, che possono essere considerati particolarmente significativi allo scopo:
– rapporto fra il MOL e la Posizione Finanziaria Netta (che rappresenta la capacità dell’impresa nel breve / medio periodo di ripianare il debito finanziario con i flussi operativi;
– break even analysis, che attraverso la determinazione della struttura dei costi fissi, e del margine di contribuzione dei prodotti / servizi aziendali, da importanti informazioni sulla rigidità dell’impresa, e quindi sui rischi che da essa derivano;
– indebitamento potenziale, residuo e prospettico;
– modelli integrati di analisi (modello di Altman). A tale riguardo non si condivide appieno la teoria secondo la quale il modello di Altman non risulta attuale rispetto alla realtà delle imprese italiane, a causa della cronica sottocapitalizzazione delle stesse, nonchè della presenza di “politiche di bilancio poco trasparenti”. Riteniamo che questi elementi siano negatività da combattere, e non caratteristiche intrinseche che devono costituire un diverso modo di fare impresa.
In conclusione, riteniamo che valutare lo stato di salute di un’impresa non sia un’attività banale limitabile al calcolo di alcuni indici e / o flussi di bilancio. Pensiamo tuttavia che un’analisi seria e completa dei bilanci, per indici e per flussi, affiancata dal modello di analisi proposto da Altman, costituisca una buona base di partenza per tale valutazione. Senz’altro poi questi dati finanziari devono essere integrati in maniera prospettica con dati non monetari legati all’azienda oggetto di analisi:
– piani strategici;
– aspetti e informazioni organizzative;
– situazione commerciale;
– break even analysis.
Di seguito un esempio del nostro modello di analisi dei dati di bilancio, che utilizziamo come approccio iniziale per valutare “lo stato dell’arte” di un’impresa.
1) analisi dei ricavi (scarica in formato pdf)

2) riclassificazione conto economico (scarica in formato pdf)

3) riclassificazione stato patrimoniale (scarica in formato pdf)


4) rendiconto finanziario (scarica in formato pdf)


5) analisi per indici (scarica in formato pdf)

6) modello z-score (scarica in formato pdf)

Come si può vedere si tratta di un’azienda “giovane”, costituita da pochi anni, in costante e forte crescita. Sviluppando l’analisi di bilancio, si riesce ad evidenziare il buono stato di salute da un punto di vista economico; si nota inoltre un precario equilibrio finanziario / patrimoniale, dovuto soprattutto alla poca capitalizzazione, e dalla assoluta prevalenza dell’indebitamento a breve verso il sistema bancario. Questa situazione porta ad un precario equilibrio, che si può individuare nel limitato margine di struttura. Questo limitato margine, ancora più se calcolato in maniera allargata considerando anche le rimanenze di magazzino, suggerisce una politica finanziaria volta a:
– vincolare parte del risultato dell’esercizio all’autofinanziamento, in maniera tale da migliorare il rapporto fra mezzi propri e mezzi di terzi;
– provare a ridiscutere con il sistema bancario le proprie linee di credito, provando a sostituire parte dello scoperto sbf di breve periodo, da cui è interamente costituito l’indebitamento con il sistema bancario, con un finanziamento chirografario a medio termine.
Effettuata l’analisi di bilancio, è chiaro comunque come per poter analizzare compiutamente so stato di salute di questa impresa, sia comunque importante soffermarsi anche su altri aspetti non monetari, quali:
– situazione strategica (analisi pianificazione strategica, utilizzo mappa strategica, processi di innovazione e crescita);
– situazione amministrativa (presenza controllo di gestione strategico, break even analysis);
– situazione organizzativa (presenza e utilizzo organigramma, delega aziendale, sistemi di incentivazione del lavoro);
– situazione commerciale (presenza web marketing, orientamento al cliente).