La difficile ripresa economica
Da più parti ormai non si ha più paura di parlare di segnali di ripresa, anche se a volte timidi. La svalutazione dell’euro, il costo del denaro a livelli prossimi allo zero, e il prezzo del petrolio ai minimi, sono tutti fattori favorevoli alla ripresa dell’economia, anche in Italia.
L’ambiente economico e competitivo sono però fortementi diversi da quello che le imprese sopravvissute a questi 7 anni di crisi profonda dovevano fronteggiare nel 2008 pre crisi. Il mondo è ormai globalizzato e i mercati sono mondiali per definizione. Le tecnologie stanno ampliando sempre più questo fenomeno, per cui le piccole e medie imprese italiane oggi più che mai si trovano di fronte a una sfida di sopravvivenza: crescere.
Come sostenuto anche dal Presidente della Piccola Industria riunitasi recentemente a Venezia, ormai “piccolo è bello” è un falso e malinconico paradigma da cui bisogna con forza uscire!
E allora, cosa deve fare l’imprenditore nel 2015 per crescere e riuscire a competere? quali sono i fattori determinanti la crescita della propria impresa?
Sicuramente crescere necessita di soldi, che purtroppo le nostre piccole e medie imprese faticano a continuare a trovare nei canali tradizionali bancari. E allora bisognerà spingersi fuori dalla zona di confort mentale, e trovare delle fonti finanziarie alternative fino ad oggi poco esplorate: minibond, capitale proprio, ottimizzazione del capitale circolante netto, fino a pensare alla quotazione in borsa per le aziende di media dimensione.
Per crescere serve anche un sistema paese e un govero che finalmente intraprenda il percorso di riforme ormai non più rinviabile, per cercare di colmare un gap di immobilismo lungo venti anni. Vent’anni durante i quali il mondo è cresciuto e si è evoluto, e noi Italia siamo rimasti a guardare… anche qui il primo passo è quello di uscire dalla nostra quotidiana zona di confort mentale, e accettare la necessità di cambiare, di rimettere in discussione, e abbandonare il concetto di diritti acquisiti.
Infine, a livello microeconomico, per crescere serve iniziare a gestire le imprese in maniera più manageriale: dotarsi di strumenti di governance, innovare, passare da un management familiare a un management professionale! Anche per le piccole e medie imprese, servono sistemi di controllo di gestione che siano semplici, efficaci ed economici! Che riescano a fornire informazioni in tempo reale, in maniera semplice e sintetica, e che permettano di determinare i propri risultati economici, e non subirli ex post con la redazione del bilancio finale e la sua analisi! e che non prendano in considerazione solo la dimensione economica e finanziaria dell’impresa, per definizione dimensione orientata al breve periodo, ma che sia anche in grado di governare con meccanismi di causa-effetto anche l’organizzazione aziendale al fine di riuscire a tradurre la strategia aziendale in azione. E qui c’è molto da fare, soprattutto da parte di noi professionisti economici, dottori commercialisti, per superare il nostro ruolo di fiscalisti, e tornare ad essere consulenti aziendali al fianco degli imprenditori.